La società Parma Calcio 1913, nel periodo che intercorre dal 1/7/2015 al 31/12/2020 ha registrato perdite per complessivi € 93,4 milioni.
Nel solo esercizio che riguarda il periodo dal 01/09/2020 al 31/12/2020, la società Parma Calcio 1913, a calciomercato chiuso e senza avere effettuato operazioni straordinarie, ha chiuso i conti con € 22 milioni di perdita, debiti per € 175,1 milioni e un patrimonio netto NEGATIVO di € -15,5 milioni, che equivale a un indebitamento effettivo di oltre € 190 milioni.
Relativamente all’esercizio dal 01/09/2020 al 31/12/2020, il cui bilancio è a oggi l’ultimo disponibile, alcuni dei principali indicatori della salute finanziaria della società evidenziano valori preoccupanti:
- Il patrimonio netto (che è il primo indicatore della salute patrimoniale di un’impresa) è NEGATIVO per € -15,5 milioni.
- Le passività correnti, che ammontano a € 83,8 milioni, superano di quasi 3 (tre) volte le attività correnti, che si attestano a € 31,9 milioni.
- L’indice di liquidità (1) è di 0,38. Ciò significa che le entrate correnti sono fortemente insufficienti a coprire le uscite. Giusto per quantificare il problema: per portare l’indice di liquidità a 1,0 (cioè entrate correnti appena sufficienti a coprire le uscite) mancano € 51,9 milioni.
(1) l’indice di liquidità o current ratio rappresenta la capacità di una società di fare fronte ai debiti a breve termine. Indice di liquidità = 2,0: la società è in buone condizioni. Indice di liquidità = 1,0: situazione precaria, entrate correnti appena sufficienti a coprire le uscite. Indice di liquidità < 1,0 ≥ 0,6: situazione critica, entrate correnti insufficienti a coprire le uscite. Indice di liquidità < 0,6: situazione molto critica, entrate correnti fortemente insufficienti a coprire le uscite. La società è a rischio di insolvenza.
Se si considerano la retrocessione del club in serie B, che ha determinato una drastica diminuzione delle entrate senza una equivalente riduzione dei costi di gestione, e le ulteriori operazioni di calciomercato con saldo negativo di € 22 milioni, la previsione è che a fine 2021, in assenza di cospicui conferimenti in conto capitale, i debiti della società Parma Calcio 1913 si attesteranno a € 220 milioni.
Degna di attenzione è inoltre l’operazione con cui la quota di controllo del 90% di Parma Calcio 1913, acquisita dal sig. Krause mediante la società Gruppo Gentile Srl, è stata iscritta a bilancio 31/12/2020 di quest’ultima. La quota viene valutata € 27,4 milioni nonostante la controllata Parma Calcio 1913 abbia registrato, nell’ultimo esercizio, perdite per € 22,6 milioni e un patrimonio netto NEGATIVO di € -15,5 milioni. Dato che il 90% di € 15,5 milioni ammonta a € 13,9 milioni, si desume che la differenza tra gli € 27,4 milioni di valore iscritto nel bilancio della controllante Gruppo Gentile Srl e il valore NEGATIVO di € -13,9 milioni del patrimonio netto effettivo sconta € 41,3 milioni di sopravvalutazione dell’attivo patrimoniale.
Il 21/5/2021 la società Parma Calcio 1913 ha depositato in Comune proposta di ricostruzione e gestione dello stadio Tardini in modalità di finanza di progetto, denominata “Progetto Stadio Tardini”, con richiesta di concessione dell’area municipale su cui sorge l’attuale impianto sportivo per la durata di 90 anni a titolo gratuito.
Il proponente Parma Calcio 1913 si prefigge di finanziare l’opera per l’intero costo di realizzazione, dichiarato in € 93,7 milioni.
Il 25/11/2021 la Giunta promuove istanza (prot. 2021-PD-3703) affinché il Consiglio comunale (pur non essendo tale deliberazione di competenza di quest’ultimo) dichiari il pubblico interesse della proposta di ricostruzione e gestione dello stadio Tardini da parte della società Parma Calcio 1913 in totale assenza di qualsivoglia dato o informazione contabile a garanzia dello stato di salute economico finanziaria del proponente.
L’analisi del Piano Economico Finanziario del progetto di ricostruzione e gestione dello stadio Tardini (oltre a rilevarne la poca aderenza con la realtà) evidenzia che il 77% delle entrate di gestione del nuovo impianto — nello specifico le voci: canone utilizzo impianto (€ 2,5 milioni/anno; oggi è € 151 mila euro/anno), naming rights stadio (€ 1,5 milioni/anno), altre sponsorizzazioni (€ 0,75 milioni/anno), food & beverage (€ 0,89 milioni/anno) —, così come ben rappresentato dal proponente, dipendono direttamente dai risultati sportivi del club di calcio. In mancanza di risultati sportivi o, peggio, in assenza di una squadra di calcio in grado di farsi carico del canone di utilizzo dello stadio di € 2,5 milioni/anno, quelle entrate tenderebbero a zero. Risultati sportivi che, a loro volta, dipendono dalla salute economico finanziaria del club di calcio, come insegna, fra i molti recenti esempi, il fallimento nel 2015 del Parma F.C. con € 218 milioni di debiti insinuati al passivo dal Tribunale di Parma.
A differenza di quanto il vicesindaco Marco Bosi afferma nella risposta del 11/11/2021, alla interrogazione della consigliera Roberta Roberti, il fatto che la “concessione e ogni collegato diritto e onere per la gestione” del nuovo stadio saranno assunti da una “società di progetto” appositamente costituita, diversa dalla società di calcio, non permette di escludere dall’ambito della valutazione della fattibilità e sostenibilità della proposta, anche ai fini di dichiararne l’eventuale pubblico interesse, i problemi economico finanziari della società Parma Calcio 1913 più sopra evidenziati, in quanto ben il 77% dei ricavi di gestione del nuovo stadio dipendono in modo diretto dai risultati sportivi e, quindi, anche dalla salute economico finanziaria del club di calcio che utilizza l’impianto sportivo. Non bastano quindi le “garanzie di solidità economico-finanziaria e di capacità tecnico-organizzativa della società di progetto”, come asserisce il vicesindaco, in quanto la sostenibilità dell’intero progetto dipende in larga parte dalla salute economico finanziaria e dai risultati sportivi del club di calcio.
Alla luce della rilevante portata della proposta di realizzazione del nuovo stadio / arena per eventi e spettacoli da 25 mila posti con 2.500 metri quadri di superfici commerciali, visti il coinvolgimento di un intero quadrante urbano con riflessi sull’intera città, le ripercussioni e i disagi che dovranno subire i cittadini che risiedono nei quartieri circostanti all’impianto, il cospicuo impegno finanziario di quasi 100 milioni, la durata della concessione quasi secolare, le gravi ricadute sulla città e il conseguente danno erariale se il progetto dovesse fallire una volta avviato (consegnando ai parmigiani l’ennesima opera inutile destinata al degrado), è quanto mai necessario e imprescindibile, prima di poter eventualmente dichiarare il pubblico interesse, che sussistano fin da subito le condizioni di salute economico finanziaria del proponente. Che il proponente sia la società di calcio o la società di progetto non rileva, in quanto entrambe, come sopra dimostrato, sono strettamente interdipendenti ai fini della sostenibilità del progetto: simul stabunt, simul cadent.
Ci si chiede come mai il Comune non si sia attivato per chiedere alla società Parma Calcio 1913 di fornire un bilancio di verifica dello stato patrimoniale (comprensivo dei principali indicatori di risultato) e del conto economico a chiusura dell’esercizio contabile dell’anno 2021, per accertare le reali condizioni di salute della società e quali eventuali misure (aumenti di capitale, finanziamenti soci o altro) sono state intraprese per risanare la situazione riscontrata nel bilancio chiuso a fine 2020.
Data la rilevante portata dell’intervento e considerate le gravi ricadute sulla città e il conseguente danno erariale in caso di dissesto o fallimento del progetto, riteniamo che accertare l’effettiva salute economico finanziaria del proponente sia una condizione imprescindibile prima che l’Amministrazione comunale possa intraprendere qualsivoglia decisione o delibera in merito alla proposta di ricostruzione e gestione dello stadio Tardini.