La proposta di progetto per la realizzazione del nuovo stadio Tardini è stata depositata in Comune il 21 maggio 2021, e dopo mesi di silenzio, il 6 ottobre 2021, il Comune ha pubblicato il verbale conclusivo della Conferenza dei servizi con gli esiti di questa prima fase valutativa. Tutto si è consumato nel riserbo più assoluto e la notizia è apparsa inaspettatamente su alcune fonti di stampa e informazione locale.
La Conferenza dei servizi preliminare aveva l’incarico di effettuare una prima valutazione di fattibilità della proposta di progetto presentata dalla società Parma Calcio 1913. L’istruttoria di valutazione, in seguito a richiesta del proponente, ha preso l’avvio il 24 maggio 2021 per finire il 23 settembre 2021. Nel verbale conclusivo è rappresentato l’esito complessivo sulla base delle valutazioni e osservazioni compiute dai vari enti e settori tecnici del Comune coinvolti.
Il documento esprime una valutazione “sostanzialmente favorevole” pur producendo una nutrita serie di osservazioni e prescrizioni contenute nei pareri dei vari enti che hanno partecipato all’istruttoria, come “indirizzi” al proponente per la messa a punto del progetto definitivo.
Di fronte a un verbale conclusivo di questo tenore, ci saremmo aspettati di vedere un’analoga positiva valutazione, pressocché unanime, da parte dei vari enti e settori tecnici del Comune chiamati a esprimersi. E invece, andando a leggere i loro rilievi, si scopre una profonda discrasia tra il parere conclusivo favorevole e i singoli pareri dei vari componenti della Conferenza, le cui osservazioni e prescrizioni risultano in molti casi assai critiche, in altri addirittura ostative al rilascio di parere favorevole.
Particolarmente pesanti risultano le osservazioni e le prescrizioni dei settori Sport, Urbanistica, Pianificazione Territoriale, Edilizia e Patrimonio del Comune: un lungo elenco di documenti (previsti dalla normativa degli appalti) non pervenuti, per i quali si chiedono integrazioni inerenti a simulazioni e dati necessari per validare l’esito dell’istruttoria.
Il quadro, già così preoccupante, si aggrava entrando nel merito di due aspetti, sui quali non a caso ho depositato altrettante interrogazioni al Sindaco.
Interrogazione sulla situazione economico-finanziaria del Parma Calcio
Il primo aspetto riguarda la situazione economico finanziaria della società proponente. Una serie di risultati negativi di gestione del Parma Calcio 1913 che hanno portato a registrare perdite per 93,4 milioni in poco più di 5 anni (dal 1 luglio 2015 al 31 dicembre 2020) e un’esposizione debitoria di 175 milioni, cui va aggiunto un patrimonio netto negativo di -15,5 milioni, che porta l’esposizione debitoria effettiva oltre i 190 milioni. Sommando l’impegno di 93,7 milioni dichiarati per la realizzazione del nuovo stadio l’esposizione finanziaria della società arriverebbe a 300 milioni.
Inoltre nel Piano Economico Finanziario di gestione del nuovo stadio risultano ricavi alquanto sovrastimati e costi invece decisamente sottostimati — come rilevato anche da parere della Conferenza dei servizi preliminare — che concorrono ad aumentare il rischio che la effettiva marginalità di gestione del nuovo impianto sia molto inferiore rispetto a quanto dichiarato dal promotore, rendendo l’intero Piano non realistico.
È assai curioso che il Comune, che chiede ai partecipanti a una gara d’appalto per la gestione delle Biblioteche requisiti di bilancio assai rigorosi, tra i quali un fatturato di 1,5 milioni di euro (escludendo in questo modo a priori tantissime cooperative e associazioni), si accontenti di una relazione così lacunosa e, per certi aspetti preoccupante, quando deve concedere per 90 anni un bene pubblico, che a patrimonio del Comune è valutato 55,6 milioni, a titolo gratuito a una società privata, la cui salute economico finanziaria, soprattutto in prospettiva — vista la nutrita serie di risultati negativi pregressi — è tutta da dimostrare.
Interrogazione sul possesso dei requisiti previsti dal Codice dei lavori pubblici
Il secondo aspetto riguarda il profilo normativo giuridico: il proponente Parma Calcio 1913 non risulta che abbia dichiarato di essere in possesso dei requisiti previsti inderogabilmente ed espressamente dalla normativa degli appalti. E qui dobbiamo sottolineare una procedura e una tempistica a dir poco inusuali: l’Unità di Consulenza Giuridico Amministrativa del Comune produce in data 7 luglio 2021 un’ampia e accuratissima disamina della questione, sottolineando come il difetto di tali requisiti non possa in alcun modo essere integrato o compensato durante l’iter che segue la presentazione della proposta di progetto. Fatto sufficiente di per sé come motivo di rigetto della proposta. E invece, pur a fronte di parere negativo, ecco il 23 settembre arrivare il parere favorevole del verbale conclusivo della Conferenza dei servizi e, una settimana dopo, il 30 settembre (quindi ex post rispetto alla data del verbale), una scarna paginetta in cui la stessa l’Unità di Consulenza del Comune smentisce sé stessa, ribaltando senza motivazioni soddisfacenti il suo precedente parere negativo rigorosamente motivato.
Interessante capire cosa sia accaduto nel frattempo, specie in seguito alle dichiarazioni del vicesindaco Marco Bosi nel Consiglio comunale dell’11 ottobre: la sua professione di “totale e voluta estraneità della politica dal processo di valutazione del progetto” e la sua presunta scelta di lasciare “totale libertà di espressione e riporre totale fiducia nei tecnici”, stridono fortemente con le evidenze sopra elencate sull’operato della Conferenza dei servizi e con la lettera con cui la società Parma Calcio 1913 risponde ai rilievi dei tecnici comunali chiamati a valutare la proposta, indirizzandola irritualmente al sindaco Federico Pizzarotti, al vicesindaco Marco Bosi e, solo per ultimo, al responsabile del procedimento (RUP), invece che unicamente a quest’ultimo.
Sarebbe dunque questa la neutralità del decisore politico? Sarà dunque sulla base di queste premesse che la giunta andrà a deliberare a breve l’interesse pubblico dell’opera, scavalcando potenzialmente tutte le prescrizioni dei settori tecnico amministrativi e legali della macchina comunale?
I cittadini si aspettano che i decisori politici mantengano totale neutralità e separazione di ruoli rispetto a procedimenti di carattere tecnico amministrativo, come nel caso dell’istruttoria valutativa in questione; pretendono che sia rigorosamente rispettata, in qualunque circostanza, la separazione tra pubblico e privato e che sia sempre e comunque tutelato l’interesse pubblico, prima di qualunque “interesse altro”.
È evidente altresì che per svolgere questo ruolo di garanzia sono necessarie due condizioni: chi amministra deve essere libero da condizionamenti e avere le competenze e le capacità di costruire una visione complessiva e coerente di futuro della città, nonché farsi garante dell’interesse pubblico e del benessere e della salute dei cittadini. Purtroppo non è la prima, e temiamo non sarà l’ultima volta, in cui saremo costretti a prendere atto che l’attuale amministrazione cittadina appare disinteressata a questi valori.
Roberta Roberti (Consigliere del Comune di Parma), 13 ottobre 2021